La posta in gioco dietro le Sentinelle

gender manifesto

In vista del secondo Sinodo sulla Famiglia dell’ottobre 2015 cresce la mobilitazione degli ambienti cattolici più conservatori e insieme il nostro desiderio di decodificare quanto si muove dietro le quinte della sua rappresentazione. La parte più appariscente, quella delle Sentinelle in piedi che si radunano nelle piazze centrali delle città è la meno interessante, anche se è quella che invece si presta benissimo a intercettare l’attenzione e le proteste e anzi pare fatta apposta per quella funzione.
Più interessante è occuparsi di quanto accade nelle periferie e nelle province dove la propaganda integralista veicola in mille rivoli differenti le sue panzane terroristiche.

E’ anche utile provare a intercettare quel che si muove all’interno del mondo ultrà cattolico.
Tra le iniziative degli ultimi mesi, la Supplica filiale, una petizione on line, in cui si chiede al Papa di fugare “il generalizzato disorientamento causato dall’eventualità che in seno alla Chiesa si apra una breccia tale da permettere l’adulterio e perfino una virtuale accettazione delle unioni omosessuali. Tutte pratiche, queste, condannate categoricamente dalla Chiesa come opposte alla legge divina e naturale”.
Tra i primi firmatari, decine di teste coronate dagli altisonanti quanto risibili titoli come l’Imperial Casa del Brasile Braganza e Orléans e l’Arciduchessa d’Asburgo, personaggi quali il nostrano immarcescibile Carlo Casini, un tot di cardinali conservatori e decine di migliaia di sconosciuti ai più. La Supplica, chiedendo chiarezza, di fatto accusa di ambiguità e di elusività il primo sinodo sulla famiglia e le posizioni ufficiali di Bergoglio.

Contemporaneamente l’associazione che dà vita alla Supplica (che pare abbia superato le 400 mila firme, pochino a livello mondiale…) lancia anche un altro pezzo propedeutico al dibattito pre sinodale, il vademecum Opzione preferenziale per la famiglia, 100 domande e 100 risposte intorno ai temi della sessualità, divorzio, omosessualità, la comunione ai divorziati risposati e molte altre, tradotto in 7 lingue, di cui sono autori alcuni prelati ultrà. E le risposte rimandano “all’immutata dottrina della Chiesa cattolica su queste materie”, contro ogni tentazione riformatrice.

L’armamentario dei cattolici bigotti in Italia può anche contare sulle voci di due imprese giornalistiche, La Croce e La Nuova Bussola Quotidiana. Il primo, dalla grafica splatter grondante sangue, non ha superato la prova dell’uscita cartacea, chiudendo dopo pochi mesi.
Ma è forse dalla lettura degli ultimi editoriali de La Nuova Bussola quotidiana che si coglie lo scontro in atto: il 3 agosto Roberto Marchesini in Chiesa e Gender, prove di compromesso, attacca frontalmente l’editoriale apparso pochi giorni prima su Avvenire Non solo ideologia. Riapproppriamoci del genere, in cui la sociologa Chiara Giaccardi, propone un’analisi del dibattito culturale e giuridico oltre la polarizzazione tra le fazioni opposte – no gender-pro gender (sic!).
“Dire che semplicemente uomini e donne si nasce, o che semplicemente lo si diventa, è contrapporre due verità che invece stanno insieme: uomini e donne si nasce e si diventa. E in questo processo, che dura tutta la vita, contano tanti aspetti: la storia, la cultura, la religione, l’educazione, i modelli, le vicende personali, l’essere situati in un tempo, uno spazio, un corpo” Giaccardi invita i cattolici a «riappropriarsi del genere» nella convinzione che “un’antropologia cristiana abbia, oggi, da portare un contributo positivo preziosissimo alla doverosa riflessione sul ‘gender’”.
Marchesini si scatena brandendo Aristotele, San Tommaso per fare dotte speculazioni sulla teleologia fino a passaggi sgangherati come questo: “L’ideologia di genere non è nata, come sostiene la professoressa Giaccardi, per «denunciare e contrastare posizioni teoriche astratte e pratiche consolidate, basate sulla disuguaglianza» (a questo, da più di duemila anni, ci pensa il cristianesimo); l’ideologia di genere è nata per giustificare il senso di inadeguatezza rispetto ai ruoli sessuali di alcune intellettuali lesbiche” (sic!). Tutto l’articolo è un attacco alla presunta apertura del quotidiano dei vescovi italiani alla cosiddetta Teoria del gender.

E ancora un ultimo esempio tratto da La Croce, dove la calura agostana infuoca l’Armageddon nella mente di Adinolfi: questa, proprio questa sarebbe l’estate in cui ”si stanno combattendo due visioni antropologiche contrapposte: c’è chi vede l’essere umano come persona in relazione e come tale sacro e intangibile; c’è chi sta lavorando per trasformare le persone in cose, reificando l’essere umano e rendendolo mera merce”. Tutti i mali infernali, che traggono origine “dalla desessualizzazione della genitorialità, si abbattono in questa strana e pericolosa estate come un’onda anomala sulla vita di tutti noi”.
Ancora e sempre l’ossessione delle unioni tra persone dello stesso sesso, della messa in discussione della “famiglia naturale”

Questa rapida carrellata su pezzi della macchina di propaganda messa in moto dagli integralisti ultrà cattolici fa sorgere inquietudini, interrogativi e ipotesi.

Inquietudini. La propaganda sembra mettere a disposizione parole e immaginari prêt-à-porter facilmente acchiappabili da soggetti in cerca di ancoraggi politici e culturali, che troverebbero in queste costruzioni la tranquillizzante retorica dello scontro tra bene e male, la possibilità di identificare dei nemici e ricevere in cambio riconoscimento e identità.
E’ inquietante assistere a un dispiegamento di immaginari volti a inculcare certezze bellicose, fantasie di purezza di sè da contrapporre alla corruzione, al peccato, alla malattia, alla colpa dell’Altro.

Interrogativi e ipotesi. Forse è un limite degli strumenti in nostro possesso, ma non riusciamo a intercettare altrettanta effervescenza di iniziativa nel campo cattolico progressista. Certo c’è la questione dei finanziamenti su cui possono contare gli integralisti, ma sembra un argomento insoddisfacente.

Quali sono le ragioni di questo dispiegamento propagandistico?
Qual è la posta in gioco? L’ossessione contro le unioni tra persone dello stesso sesso, il rifiuto dell’equipararle alla famiglia, la sola fondata sull’unione tra uomo e donna, si spiega bene come (disperata) difesa, senza mai nominarlo, del diritto naturale, contrapposto al diritto come patto.
Questo fu il cavallo di battaglia di Papa Wojtyla, che di formazione era appunto teologo morale specializzato in teologia della famiglia.
Se crolla l’idea della famiglia naturale non crolla forse tutto il castello del diritto naturale?
Si dovrebbe allora fare i conti con il diritto come patto, restituendo tutto alla dialettica sociale, con quello che ne consegue. Quanti, schierati contro la cosiddetta teoria del gender sarebbero disposti ad accogliere coerentemente tutto il pacchetto del diritto naturale?

Dietro la partita della lotta contro il gender, e dunque delle unioni civili e più ancora del matrimonio egualitario si gioca il pezzo da novanta dell’egemonia cattolica, con le sue ricadute nei campi dell’educazione e della formazione.
Le strategie in atto sono molteplici e meritano la massima attenzione.
In tal senso il siparietto delle Sentinelle, il gender e tutte le panzane intorno appaiono sempre più come armi di distrazione di massa, o sabbia negli occhi, se si preferisce.

Roberta Padovano

Comunicato stampa: La volpe nel pollaio

La volpe nel pollaio

Sono state fatte le nomine per il Comitato Regionale per i Diritti Umani. Scorriamo i nomi e non possiamo non essere felici per alcune persone che si sono spese per i diritti civili, tra cui Alessandro Battaglia ed Eleonora Artesio. Ma continuando nell’elenco abbiamo un sobbalzo al nome di Massimo Introvigne. Chi è costui?
Introvigne è un ultra cattolico, fondatore nel 1988 a Torino il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni). Vice responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, nota organizzazione di laici cattolici della quale molti esponenti fanno parte delle “Sentinelle in piedi” che, guarda caso, è un marchio registrato nel 2013 presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi da tale Emanuele Rivarossi, con sede legale alla Jacobacci & Partners spa di Torino, che ha la stessa sede di Studio Legale Jacobacci & Associati presso cui lavora Introvigne. Nel sito di Forza Nuova, organizzazione di estrema destra che appoggia le sentinelle, si legge che gli esponenti di Alleanza Cattolica sono fra i principali responsabili delle “Sentinelle in piedi”.
Presidente del Comitato “Sì alla famiglia” il cui manifesto recita: “No al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, né come «matrimonio», perché il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna, né come «unioni civili»” e ancora: “No all’indottrinamento obbligatorio all’ideologia del gender, secondo la quale uomini o donne non si nasce ma si diventa e, liberandosi dai «condizionamenti» dell’anatomia, ogni ragazzo o ragazza sarebbe chiamato a scegliere liberamente se vuole essere uomo o donna – e no, certamente, a iniziative grottesche come quelle che, per non offendere vere o presunte sensibilità omosessuali, in diverse città italiane aboliscono la Festa della Mamma o la Festa del Papà, o sostituiscono «padre» e «madre» con «genitore 1» e «genitore 2» e simili.”
Nel 2010 lancia la campagna “Alleanza Cattolica per Cota” schierandosi con la Lega Nord per la Regione Piemonte, sull’appello si legge: “il piano immigrati della Bresso esalta un multiculturalismo che mette tutte le culture sullo stesso piano e in nome dei diritti delle minoranze misconosce i diritti della maggioranza” e ancora si dichiara contro l’aborto, contro la RU486, contro i matrimoni omosessuali e per la famiglia formata da uomo e donna.
Dulcis in fundo ha più volte difeso le “terapie riparative” che, citiamo: “mirano ad aiutare le persone che percepiscono come un problema il loro orientamento omosessuale e desiderano cambiarlo.”
Ci chiediamo: come può una persona con questo curriculum sedere in una commissione per i diritti umani? Sia l’Onu, sia l’Unione Europea hanno sancito che i diritti delle persone lgbt sono diritti umani e allora come può difendere la totalità dei diritti umani una persona che non difende i diritti delle persone lgbt?
Certo non sarà solo in questo Comitato, potrà contare su altre sentinelle come Giampiero Leo… Queste nomine hanno un ché di farsa… come a mettere una volpe a guardia di un pollaio.

Maurice glbtq