Due repliche dello spettacolo “Sventola l’aquilone”

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SVENTOLA L’AQUILONE
“Due nuove repliche dello spettacolo Sventola l’aquilone in collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi, con il patrocinio del Comune di Torino, il Comune di Collegno e in collaborazione con il progetto europeo JCVG”

*Venerdì 5 febbraio 2016, ore 21.00
Cecchi Point
Via Antonio Cecchi 17 – Torino

*Giovedì 18 febbraio, ore 21.00
Auditorium Giovanni Arpino
Via Bussoleno, 50 – Collegno (TO)

Questo è il percorso dell’anima di una madre alla scoperta di un figlio alla ricerca della propria identità, all’inseguimento di un rapporto maltrattato dagli eventi e dall’iniziale incomprensione. Conoscerete la difficoltà della madre e la sua sofferenza fino a dire: “Ma grazie figlio, grazie per la fatica che hai fatto fare alla nostra famiglia.
Grazie per gli ostacoli che hai sparpagliato sulla mia strada.
Senza di te, di me non avrei capito certi aspetti profondi, compreso quello fondamentale che prima d’alzare una bandiera bisogna toccarne la stoffa, guardarne con attenzione l’ordito, sfiorarne l’asta, misurarne la lunghezza e poi, soltanto poi, alzarla, farla sbattere al vento.
Prima, sì, stava su lo stesso, è chiaro, ma no, non avrebbe sventolato come si deve, non sarebbe diventata davvero un aquilone colorato che volteggia in cielo.”

Liberamente tratto dal romanzo di Donata Testa “Sventola l’aquilone” ed. SUI.
Regia: Paola Frascarolo, Erberto Rebora, con: Silvana Allasia, Sonia Bertinat, Enzo Caruso, Laura Caspani, Bruno D’Alessandro, Pier Luigi Gallucci, Luigi Infantino, Jacopo Milano, Armando Molari, Luisa Pagani, Francesa Piccone.

Petizione STOP ALL’OMOFOBIA A SCUOLA

stop omofobia scuola

“Le scuole devono essere luoghi sicuri, devono combattere gli atteggiamenti discriminatori, creare comunità accoglienti, costruire una società inclusiva e permettere l’Educazione per Tutti.” (UNESCO 1994).

La scuola pubblica, così come è stata delineata dalla nostra Costituzione, rappresenta il luogo privilegiato in cui riconoscere il diritto di tutti ad essere sostenuti nel cammino verso “il pieno sviluppo della persona umana”, attraverso la rimozione degli “ostacoli di ordine economico e sociale”, che limitano di fatto “la libertà e l’uguaglianza dei cittadini”.

Purtroppo in Italia per molti ragazzi e molte ragazze gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, ma anche per le persone a loro vicino come figli, parenti e amici, la scuola può rappresentare il luogo in cui essere esposti all’insulto, alla derisione, all’isolamento, al bullismo; con gravi conseguenze, anche irreversibili, sul piano educativo ed esistenziale (sono oltre 100.000 le vittime di bullismo omofobico per anno scolastico in Italia).

Da anni le Associazioni proponenti sono impegnate per prevenire e contrastare questi fenomeni, purtroppo in questi ultimi tempi sembra essersi acceso un fuoco incrociato su chi sta cercando di costruire un clima sociale di rispetto per la dignità delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Queste campagne delegittimano e colpiscono giovani e adolescenti.

Di fronte a questa grave situazione chiediamo di aderire al nostro appello affinché la scuola pubblica e laica, nata dalla nostra Costituzione, sia una scuola inclusiva e aperta.

Chiediamo al Presidente del Consiglio e al Governo che sia rafforzata e data piena attuazione alla “STRATEGIA NAZIONALE per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013 -2015)”, anche nella prospettiva del triennio 2016-2018; chiediamo infine che alla scuola sia data la possibilità di essere nel suo compito educativo uno spazio di elaborazione culturale e sociale che risponda alle esigenze di cambiamento e che contribuisca a quella uguaglianza sostanziale tra tutti i cittadini, di cui il nostro Paese ha tanto bisogno.

Le Associazioni proponenti: A.GE.D.O., ARCIGAY, ARCILESBICA, ASSOCIAZIONE RADICALE CERTI DIRITTI, EQUALITY ITALIA, FAMIGLIE ARCOBALENO, GAY CENTER

(Il testo completo della petizione, con le adesioni lo puoi trovare alla pagina FACEBOOK: STOP OMOFOBIA A SCUOLA e sui siti delle Associazioni).

In queste ultime settimane sono state molte le firme raccolte, anche di personalità importanti del mondo della cultura, dell’università, della scuola e della società, tra le tante eccone alcune, non volendo ovviamente far torto a nessuno:

Gustavo Zagrebelsky Professore ordinario di diritto costituzionale Università di Torino, già Presidente della Corte Costituzionale, Laura Balbo Sociologa, Clotilde Pontecorvo Professore Emerito di Psicologia dell’Educazione dell’Università di Roma, Oliviero Toscani Fotografo e pubblicitario, Francesco Remotti Professore Ordinario in Discipline demoetnoantropologiche dell’Università di Torino, Chiara Saraceno Sociologa, Andrea Occhipinti Presidente Lucky Red, Luigi De Magistris Sindaco di Napoli, Vittorio Lingiardi Psichiatra e psicoanalista, Professore ordinario di Psicologia dinamica La Sapienza Università di Roma,  Gian Vittorio Caprara Professore Ordinario di Psicologia della Personalità Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Vladimir Luxuria, Gianni Montesarchio Professore Ordinario Psicologia Dinamica Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Nicla Vassallo Professore ordinario di Filosofia Teoretica dell’Università degli studi di Genova, Francesca Vecchioni, Domenico Pasquariello Magistrato, Margherita Graglia psicologa-psicoterapeuta e sessuologa,  Alessandro Cecchi Paone Giornalista, Ilda Curti Assessora Politiche Giovanili, Pari Opportunità, Politiche per l’Integrazione del Comune di Torino, Alessandra Cattoi Assessora al Patrimonio, Politiche Europee, Comunicazione e Pari Opportunità di Roma Capitale, Peppe  Dell’Acqua Psichiatra, Margherita Graglia Psicologa-psicoterapeuta e sessuologa, Delia Vaccarello Giornalista e scrittrice, Francesca Vecchioni.

Appello No Sindone, sotto il lenzuolo niente

Dal 19 aprile c’è una nuova ostensione della Sindone a Torino. La kermesse clericale all’ombra della Mole culminerà il 21 giugno con la visita di Jorge Bergoglio.
Il lenzuolo custodito nel Duomo verrà esposto al pubblico: poco importa che sia un buon manufatto di qualche tessitura medievale, il miracolo, sostengono i preti, è la fede. In fondo costa meno degli psicofarmaci anche se è altrettanto dannosa. A seconda dei tempi e delle latitudini fa l’effetto dell’oppio, sopendo il desiderio di rivolta, oppure quello della cocaina, spronando alla guerra.
La città è stata militarizzata, i giardini reali e parte di piazza Castello sono stati requisiti per i pellegrini. Poliziotti e carabinieri hanno moltiplicato i posti di blocco, rinforzando la stretta poliziesca. Ogni grande evento è occasione per infittire i dispositivi disciplinari, mettendo sotto sorveglianza un’intera città.

In questa primavera la rete di controllo si estende da Torino a Milano.

A Milano l’Expo mette in scena l’Italia ai tempi di Renzi, tra cantieri miliardari e morti di lavoro, agro business e green economy, lavoro gratuito e servitù volontaria, sfratti e polizia, gentrification e colate di cemento.

Tra un panino trans-genico e un lenzuolo taroccato, buongustai e pellegrini potranno nutrire il corpo e l’anima con una sola gita tutto compreso. Peccato che le esposizioni universali dei preti, come quelle dei padroni, le pagano tutti, anche chi preferisce altri giochi sotto il lenzuolo.
Bergoglio benedirà i contadini che nutrono la terra, cui ogni giorno il mondo di Expo ruba il futuro, offrendo un ombrello a chi non regge i ritmi di produci-consuma-crepa ormai trionfanti in un paese, dove ogni tutela è stata bruciata sull’altare del nuovismo.
Renzi e Bergoglio sono complementari, l’uno è il puntello dell’altro. L’immagine di un uomo torturato ed ucciso, sebbene falsa, esprime la verità della condizione di tanti troppi uomini e donne cui la religione vuole imporre una morale di dolore e sopportazione.

La Rete NoSindone, che cinque anni fa diede vita a numerose iniziative in occasione dell’ultima esposizione del lenzuolo e della visita di Ratzinger, si prepara a scendere in pista con la propria critica irridente e corrosiva.
Sebbene le favole delle religioni prestino il fianco alla satira ed al guizzo salace, purtroppo la chiesa cattolica non fa affatto ridere. La pervasività della chiesa nelle vite delle persone va ben al dì là di chi volontariamente si riconosce nella metafora servile della pecora e del suo pastore, per investire, tramite tante leggi dello Stato, la vita di tutti.
La straordinaria plasticità culturale che ha consentito ad una monarchia assoluta di attraversare duemila anni di potere e più di duecento anni di secolarizzazione, oggi è mirabilmente rappresentata dal gesuita venuto dall’Argentina a dare una ripulita all’immagine della chiesa, offuscata da infinite vicende di pedofilia, per non dire degli arresti eccellenti di alti prelati con le mani in pasta nelle stanze della finanza vaticana.
La successione tra Ratzinger e Bergoglio si è imposta quando il teologo tedesco, implacabile fustigatore della teologia della liberazione, inflessibile restauratore della morale cattolica nelle sue punte più aguzze, non si è sentito più in grado di fronteggiare il proprio potente segretario di Stato, Tarcisio Bertone, l’uomo che più di ogni altro si era battuto per mantenere lo IOR, la banca vaticana, nella nube di ovattato silenzio e mistero in cui ha sempre prosperato.
Bergoglio era l’uomo giusto nel momento giusto.
Occorreva un cambiamento di stile, per garantire che tutto potesse filare come sempre.
Bergoglio l’ha detto in modo chiaro che la costruzione del gender, la culturalità dei generi, l’attraversamento di identità sessuali, per non dire del radicalismo queer sono scelte ed approcci in contrasto con la dottrina. Ha tuttavia compreso che indicare la via della redenzione attraverso il perdono, poteva essere un buon modo per sedurre e riportare nel recinto le pecore nere e smarrite.

La chiesa di Francesco è misogina, omofobica e transfobica come quella di Benedetto XVI, ma nasconde la spada sotto la tonaca.
Bergoglio si fa le ossa negli anni della dittatura di Videla, quando è capo dei gesuiti argentini. Il suo ruolo è a dir poco ambiguo in una chiesa pesantemente collusa con i militari, che hanno torturato ed ucciso, facendone sparire i cadaveri, oltre trentamila uomini e donne, colpevoli di lottare contro la dittatura.
Uno tra tutti, il nunzio apostolico Pio Laghi, consigliava ai torturatori di dare l’estrema unzione alle loro vittime.

Bergoglio sceglie di chiamarsi Francesco, imponendo da subito un’immagine opposta a quella di Joseph Ratzinger, un’attitudine più caritatevole verso chi non rispetta la morale cattolica. Nessuna reale modifica dottrinaria ma uno stile più affabile decretano la fortuna mediatica del nuovo papa. Per Francesco, Francy 2.0, resta valida la celebre massima di Tomasi da Lampedusa “Occorre che tutto cambi, perché tutto resti come prima”. Una formula che vale anche per i governi che si succedono in Italia dopo la diaspora democristiana, dopo la fine del partito dei cattolici e un’epoca che vede cattolici in tutti gli schieramenti, pronti a garantire il finanziamento della chiesa cattolica con l’otto per mille, il pagamento degli stipendi degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, soldi pubblici per ospedali e scuole confessionali, sostegno all’edilizia vaticana.
La Rete NoSindone sarà nelle piazze e nelle strade di Torino per esserci ed essere come vogliamo, uscendo dal cono d’ombra di un lenzuolo che si stende come sudario di morte sulla libertà di ciascuno e ciascuna di noi.

Chi ha paura di educare alle differenze?

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Lettera inviata al Corriere della Sera il 01/03/2015

Il 26 febbraio 2015, il Corriere ha dedicato un’intera pagina di pubblicità contro una fantomatica “ideologia gender” diffusa nelle scuole, che sponsorizzava una petizione contraria alle strategie dell’Ufficio del Governo Italiano per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica (UNAR) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in merito alle politiche di pari opportunità e uguaglianza – si legge sul sito citato nello spot.

La petizione – promossa da ProVita Onlus, l’Associazione Italiana Genitori (AGe), l’Associazioni Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC), il Movimento per la Vita e Giuristi per la Vita – sostiene un modello unico di famiglia al quale tutti devono aspirare, mistifica le pratiche di educazione e di inclusione alle differenze in atto in molte scuole italiane, trasmette contenuti ingannatori per instillare preoccupazioni inutili nei genitori e così facendo consolida quegli stereotipi che troppo spesso sono causa di bullismo, emarginazione, violenza e omotransfobia nelle nostre scuole.

Siamo una rete di oltre 200 organizzazioni che in tutto il Paese lavorano ogni giorno per promuovere il rispetto reciproco e difendere il ruolo della scuola pubblica, costruttrice di cittadinanza democratica, agenzia di promozione dei valori costituzionali e di una cultura laica, democratica e plurale.

A differenza dei promotori dell’inserzione, non vogliamo proporre un modello ideologicamente determinato di famiglia o di amore né svilire il corpo docente o attaccare l’autonomia scolastica, ma solo favorire uno scambio aperto per decostruire pregiudizi che producono stigmi e tolgono libertà alle nuove generazioni, alimentando dinamiche di esclusione e violenza.

Ci chiediamo se un’inserzione a pagamento legittimi contenuti discriminatori e falsificatori di ciò che realmente viene insegnato nelle scuole e proponiamo al Direttore e alla Redazione del Corriere di promuovere una approfondita inchiesta su un argomento così importante per la vita di ragazzi e ragazze, delle loro famiglie e della società tutta.

La rete informale di “Educare alle differenze”*

Si possono consultare i documenti della rete su S.CO.S.S.E. (Soluzioni COmunicative Studi Servizi Editoriali)

*nell’articolo originale l’elenco di tutte le realtà che compongono “Educare alle differenze”