MARIELLE VIVE!
IL MAURICE GLBTQ AL PRIDE 2018
Per noi, il tempo della lotta non è mai finito. Nessun risultato ottenuto a livello legislativo ci ha mai fatto pensare, nemmeno per un minuto, «abbiamo vinto, ora godiamoci il successo». Il cammino per la liberazione delle persone lgbtqi non è che all’inizio, anche perchè non riguarda solo chi è cittadino/a italiano/a. Per noi, la liberazione è di tutte/i, ovunque, o di nessuno. E non si misura solo in alcuni aspetti, ma abbraccia il nostro essere persone che amano, lavorano, studiano, migrano, viaggiano, creano. Persone che trasformano il mondo che le circonda e che trasformano loro stesse. Per noi, la liberazione delle soggettività lgbtqi potrà avvenire solo con una radicale messa in discussione dell’ordine patriarcale etero-normativo e capitalistico, costruendo pratiche di relazione che combattano esclusione e discriminazione sulla base del genere, del colore della pelle, dell’origine geografica, della religione e della posizione di subordinazione economico-sociale.
Nasce da questi profondi convincimenti, che guidano l’azione del Maurice da più di 30 anni, la scelta di sfilare al Pride torinese del 16 giugno 2018 nel nome di Marielle Franco, attivista afro-brasiliana socialista, femminista, lesbica, uccisa per il suo impegno in favore dell’emancipazione delle classi popolari del suo Paese. Vogliamo onorarne la memoria e tenere alta l’attenzione a livello internazionale sul suo caso – e sulla drammatica situazione del Brasile nel suo complesso – perchè sia fatta giustizia. Ma vogliamo anche indicare il suo operato come esemplare per noi: è nell’impegno politico di persone come Marielle Franco che si può vedere, in concreto, cosa si debba intendere per «intersezionalità» delle lotte. Sessismo, razzismo, omofobia, transfobia, sfruttamento capitalistico, repressione politicamente motivata, guerra: questi sono gli avversari da “chiamare per nome” e contrastare. Sono avversari più forti che mai, come purtroppo mostra la violenza che ci circonda: pensiamo a uno degli ultimi drammatici esempi, l’omicidio del sindacalista Soumayla Sacko nella Piana di Gioia Tauro.
La nostra presenza al Pride, nella cui piattaforma ci riconosciamo pienamente, non vuole essere solitaria, ma insieme ad altre/i, compagne/i di strada che, ciascuno dalla propria specificità, sentano di sfilare nel nome dei valori per cui ha lottato Marielle Franco. Sfileremo gridando il nostro no al razzismo di chi governa in Italia oggi e di chi governava ieri, all’omofobia sguaiata dei ministri di oggi e a quella più presentabile dei ministri di ieri. Il governo Conte-Di Maio-Salvini ci ripugna, ma da parte nostra nessun rimpianto per ciò che c’era prima. Sappiamo che nel movimento glbtqi convivono diverse anime, ed è giusto così. Per quanto ci riguarda, nel Pride di quest’anno, in particolare, intendiamo mandare un chiaro segnale a tutti i rappresentanti politici: apprezziamo la vostra presenza, ma vogliamo soprattutto la vostra coerenza. Il Pride è delle attiviste e degli attivisti, è delle persone glbtq, innanzitutto: gli esponenti politici sfilino pure con noi, nonostante le contraddizioni enormi che attraversano il M5S della sindaca Appendino e il Pd del presidente Chiamparino, ma non rubino la scena. E nessuno di noi gliela lasci.
Marielle Vive! Tutt* al Pride del 16 giugno!