Solidarietà e sostegno alla Casa Internazionale delle Donne di Roma

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Il Maurice GLBTQ esprime piena solidarietà e sostegno alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, e sdegno per l’ipotesi di sfratto intimato dal Comune di Roma.
L’attacco alla Casa minaccia il patrimonio di decenni di lotte, mettendo a rischio una risorsa per tutte le donne e un’esperienza di autogestione da cui c’è da imparare. Condividiamo e invitiamo a diffondere il comunicato stampa della Casa Internazionale delle Donne:

“La Casa Internazionale delle Donne, patrimonio della città di Roma e risorsa per tutte le donne è oggi a rischio di sfratto da parte del Comune”.

Da oltre trent’anni questo luogo, unico in Europa, rappresenta un punto di riferimento delle donne italiane e straniere e del femminismo internazionale. La Casa è da tutti apprezzata e riconosciuta per la sua capacità di autogestione e per avere mantenuto in ottimo stato un bene pubblico frequentato
annualmente da oltre 30.000 persone, di essere luogo di offerta di servizi sociali e culturali, di svolgere azioni di accrescimento delle capacità delle donne. Tutto questo è il frutto del lavoro
volontario e dell’impegno quotidiano e gratuito di centinaia di donne e di decine di associazioni.

Per decenni questo luogo è stato salvato, conservato, restaurato, reso vivo e frequentato, sottratto al degrado cui sono andati incontro tanti beni pubblici della nostra città. Anche la Casa corre ora il pericolo di chiusura cui sono andate incontro tante associazioni e realtà sociali di Roma.

Il debito che ci viene attribuito dall’Amministrazione non tiene conto del valore dei servizi che vengono offerti. In tal senso la Casa Internazionale delle Donne, fin dal 2013, ha iniziato
un’interlocuzione con il Comune di Roma il quale, dopo avere verificato la qualità dei servizi, proponeva una valutazione del loro valore economico dell’ordine di € 700.000 annui.

Con questa Giunta la Casa aveva avviato un confronto per risolvere il problema del debito e la definizione di un affitto realmente sostenibile, salvaguardando e rilanciando il valore della Casa e il suo futuro al servizio della cittadinanza. Per questo la lettera di richiesta di rimborso immediata, in
mancanza del quale “si procederà all’attivazione, senza ulteriore comunicazione, sia della procedura coattiva; in sede civile, per il recupero del credito, sia della procedura di requisizione del bene in regime di autotutela” è giunta del tutto inattesa.

La Casa Internazionale delle Donne ha risposto alla comunicazione del Comune chiedendo con urgenza alla Sindaca e alle Assessore competenti di riaprire l’interlocuzione e di sospendere il termine perentorio di pagamento.

La Casa Internazionale delle Donne è molto grata per la solidarietà ricevuta da tantissime donne e uomini, associazioni e Istituzioni. Queste testimonianze confermano il valore e l’apprezzamento di cui la Casa gode non solo nella città di Roma ma in tutto il Paese.

Comunicato stampa: Piantatela di travestirvi, vi abbiamo riconosciuto benissimo!

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Piantatela di travestirvi, vi abbiamo riconosciuto benissimo!

Ieri, sabato 18 novembre, mentre a Torino si celebrava la giornata in onore delle persone transessuali e transgender, la mostra Generi di prima necessità, prodotta dal Maurice e esposta negli spazi municipali della circoscrizione 6 in via Leoncavallo é stata vandalizzata da scritte “No gender”.
Già nel 2009 la stessa mostra era stata deturpata, allora nel centro cittadino, all’epoca scelsero croci uncinate.
E di nuovo a distanza di otto anni, accade che i corpi Trans di persone che hanno messo la propria faccia per mostrarsi e raccontarsi risultino intollerabili, tanto da scatenare il bisogno di sfregiare.
Allora come oggi i mandanti morali sono gli stessi. Otto anni fa non si parlava ancora della teoria del gender e affini, scelsero un simbolo per loro naturale, la svastica. Oggi lo stesso odio usa la scritta “no gender”, cercando così di travestirsi.
Ma vi abbiamo riconosciuto benissimo, ora come allora continuate a essere fascisti e noi continueremo a combattere l’ideologia di morte di cui siete portatori, con la cultura e il desiderio di vita.

Torino, 19 novembre 2017
Maurice glbtq

Com. stampa, “Legge 164/82: indietro non si torna!”

Dopo la Corte di Cassazione anche la Corte Costituzionale si esprime in merito alla legge 164/82 sul cambio di sesso. Entrambe le sentenze dichiarano che il principio che deve muovere il giudice nell’autorizzare il cambio di genere è il benessere psicofisico della persona e che quindi l’intervento chirurgico può essere una strada per il conseguimento della propria identità di genere, ma non è la sola e soprattutto non può essere imposta.
Ancora una volta in Italia la latitanza della politica ha portato i diritti  a cercare altri modi per essere tutelati. Nonostante le associazioni chiedano da anni una nuova legge che regoli il cambio di genere ( esistono 3 proposte di legge su questo), è stata la Corte Costituzionale  a farci un regalo bellissimo. Ciò che da anni affermavamo e cioè che la necessarietà dell’ intervento deve essere decisa dalla persona transessuale e non dai giudici o dai medici, finalmente viene messo nero su bianco.
Non poteva esserci notizia migliore per inaugurare questo mese dedicato al  T-DoR, Transgender Day of Remembrance.

Maurice glbtq
Torino

La libertà del Barocchio è anche la nostra!

Lbarocchioa libertà del Barocchio è anche la nostra!

Il Maurice glbtq (gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer) di Torino esprime profonda solidarietà e vicinanza al Barocchio squat e dichiara una ferma opposizione all’ipotesi di un suo sgombero, per trasformare l’intera area in una R.E.M.S. (Residenza per l’Esecuzione Misure di Sicurezza), restyling dei vecchi O.P.G. (Ospedali Psichiatrici Giudiziari).
A proposito di “follia”, ci sembra una scelta veramente folle quella di trasformare uno spazio di libertà, autogestione ed autodeterminazione in una “nuova” forma di reclusione e coercizione.
L’esperienza dei 23 anni del Barocchio è anche la nostra, il bisogno e il piacere di sperimentare altre e nuove forme di esistenza e socialità, di esprimere in libertà il proprio modo di essere, il più possibile al di fuori da condizionamenti sociali massificanti e da logiche di profitto.
La libertà del Barocchio è anche la nostra, di persone lgbtq che da anni lottano su territorio contro varie forme di oppressione basate su orientamento sessuale ed identità di genere, contro dunque l’omolesbotransfobia, ma non solo: fascismi e razzismi vecchi e nuovi, sessismo, clericalismo, ecc.,  e che trovano dunque un forte alleato nell’esperienza del Barocchio e in altre simili.
Ringraziamo il Barocchio per l’azione politica sin qui svolta e lo invitiamo a resistere; faremo di tutto per essergli vicino e per contribuire alla battaglia contro lo sgombero, nella certezza che il futuro ci riserverà la possibilità di continuare a lottare insieme come sinora avvenuto in diversi frangenti della nostra storia.

Invitiamo inoltre a seguire le iniziative antisgombero sul sito Tuttosquat

Comunicato stampa: Un sentenza che cambia la vita alle persone trans e non solo

La sentenza della cassazione sul cambio di genere senza intervento chirurgico per le persone transessuali, rappresenta una vittoria storica, non solo per chi da anni lotta per il riconoscimento di questo diritto, ma per il principio stesso di libertà e autodeterminazione.
Questa sentenza, ottenuta grazie al lavoro di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI, ci dice chiaramente che, se una persona trans non lo desidera, non può essere obbligata a fare un intervento solo per ottenere un riconoscimento sociale. I corpi non devono pagare il prezzo di una normatività che esige l’ordinamento sociale. Se dobbiamo essere pubblicamente riconoscibili, tramite dei documenti, non è giusto chiedere ai nostri corpi di pagare questo prezzo.
Ora la strada è aperta, per tutti i tribunali che hanno troppe volte interpretato liberticidamente la legge 164/82 e per una nuova legge che tenga conto dei mutamenti dei tempi e delle esigenze reali delle persone trans.
La lotta continua ma abbiamo vinto un’importante battaglia.

Maurice glbtq

Comunicato stampa: La volpe nel pollaio

La volpe nel pollaio

Sono state fatte le nomine per il Comitato Regionale per i Diritti Umani. Scorriamo i nomi e non possiamo non essere felici per alcune persone che si sono spese per i diritti civili, tra cui Alessandro Battaglia ed Eleonora Artesio. Ma continuando nell’elenco abbiamo un sobbalzo al nome di Massimo Introvigne. Chi è costui?
Introvigne è un ultra cattolico, fondatore nel 1988 a Torino il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni). Vice responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, nota organizzazione di laici cattolici della quale molti esponenti fanno parte delle “Sentinelle in piedi” che, guarda caso, è un marchio registrato nel 2013 presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi da tale Emanuele Rivarossi, con sede legale alla Jacobacci & Partners spa di Torino, che ha la stessa sede di Studio Legale Jacobacci & Associati presso cui lavora Introvigne. Nel sito di Forza Nuova, organizzazione di estrema destra che appoggia le sentinelle, si legge che gli esponenti di Alleanza Cattolica sono fra i principali responsabili delle “Sentinelle in piedi”.
Presidente del Comitato “Sì alla famiglia” il cui manifesto recita: “No al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, né come «matrimonio», perché il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna, né come «unioni civili»” e ancora: “No all’indottrinamento obbligatorio all’ideologia del gender, secondo la quale uomini o donne non si nasce ma si diventa e, liberandosi dai «condizionamenti» dell’anatomia, ogni ragazzo o ragazza sarebbe chiamato a scegliere liberamente se vuole essere uomo o donna – e no, certamente, a iniziative grottesche come quelle che, per non offendere vere o presunte sensibilità omosessuali, in diverse città italiane aboliscono la Festa della Mamma o la Festa del Papà, o sostituiscono «padre» e «madre» con «genitore 1» e «genitore 2» e simili.”
Nel 2010 lancia la campagna “Alleanza Cattolica per Cota” schierandosi con la Lega Nord per la Regione Piemonte, sull’appello si legge: “il piano immigrati della Bresso esalta un multiculturalismo che mette tutte le culture sullo stesso piano e in nome dei diritti delle minoranze misconosce i diritti della maggioranza” e ancora si dichiara contro l’aborto, contro la RU486, contro i matrimoni omosessuali e per la famiglia formata da uomo e donna.
Dulcis in fundo ha più volte difeso le “terapie riparative” che, citiamo: “mirano ad aiutare le persone che percepiscono come un problema il loro orientamento omosessuale e desiderano cambiarlo.”
Ci chiediamo: come può una persona con questo curriculum sedere in una commissione per i diritti umani? Sia l’Onu, sia l’Unione Europea hanno sancito che i diritti delle persone lgbt sono diritti umani e allora come può difendere la totalità dei diritti umani una persona che non difende i diritti delle persone lgbt?
Certo non sarà solo in questo Comitato, potrà contare su altre sentinelle come Giampiero Leo… Queste nomine hanno un ché di farsa… come a mettere una volpe a guardia di un pollaio.

Maurice glbtq

Com. stampa Gay: Governo Renzi continuano i segnali negativi, escluse associazioni LGBTI da corsi di formazione personale MIUR.

GAY: GOVERNO RENZI CONTINUANO I SEGNALI NEGATIVI, ESCLUSE ASSOCIAZIONI LGBTI DA CORSI DI FORMAZIONE PERSONALE MIUR.
Roma, 24 settembre 2014
Dopo un blocco di 6 mesi, il 18 settembre ci è stato comunicato che l’iniziativa di formazione e sensibilizzazione contro omofobia e transfobia diretta alle figure apicali del MIUR riprenderà nel mese di ottobre.
Formalmente l’iniziativa era stata sospesa per motivi tecnici, in realtà il Ministero non è riuscito a sostenere le polemiche che da una parte della gerarchia cattolica, dell’associazionismi familiare e dall’interno del Ministero stesso erano pervenute contro questa iniziativa.
Apparentemente, il programma non ci è stato mostrato, il nuovo corso è stato totalmente internalizzato e rimodulato rispetto al programma iniziale. Ciò significa che il corso è stato sottratto alle attività della Rete Ready e che le associazioni LGBTI vengono escluse dalla partecipazione.
Non sappiamo cosa pensi UNAR dell’esclusione della Rete Ready, ma sicuramente noi troviamo scandalosa l’esclusione delle associazioni LGBTI, il cui coinvolgimento non è solo previsto dalla stessa Strategia (e il Ministero ne era a conoscenza dal primo momento) ma si rende necessario se si vuole fare quel passaggio dalla teoria alla pratica che realmente si può concretizzare nelle scuole italiane, forti delle esperienze ormai decennali che le associazioni stesse hanno su questa materia.
Noi teniamo fermo quanto dichiarato dalla prof.ssa Giannini, durante l’incontro con le associazioni LGBTI, sul grande interesse del Ministero a combattere ogni forma di discriminazione e a tutelare ogni “alterità”. Perché questo avvenga occorre però che il corso si svolga (e questo pare essere garantito) e che si faccia completa chiarezza sul programma e sui soggetti coinvolti.
Chiediamo quindi al Ministero e alla Ministra personalmente di comunicare ufficialmente le modalità di svolgimento del corso e di salvaguardare l’attuazione della Strategia nazionale LGBTI.
Associazione Libellula – Leila Daianis
Associazione Radicale Certi Diritti – Yuri Guaiana
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli – Andrea Maccarrone
Circolo Tondelli LGBTI – Giuseppe Sartori
Dì Gay Project – Maria Laura Annibali
Equality Italia – Aurelio Mancuso
I Ken Campania – Carlo Cremona
Renzo e Lucio – Mauro Pirovano
Rete Genitori Rainbow – Cecilia d’Avos e Fabrizio Paoletti
Stonewall – Tiziana Biondi
Maurice glbtq Torino

Com. stampa: Ma quale dittatura del gender?

Non ci stupisce la presa di posizione di Monsignor Nosiglia sulle ormai famose schede del Comune di Torino per educare alla diversità a scuola.

Quello che un po’ ci interroga è la tempestività di questo e di altri interventi. Sono anni che il Maurice, cosi come il Coordinamento Torino Pride e altre associazioni, entrano nelle scuole di ogni grado per spiegare cos’è la diversità e come non discriminare chi è diverso, ma solo ora, a circa due mesi dalle elezioni, tutte queste forze reazionarie si svegliano per difendere posizioni che ormai sono appannaggio dei paesi più retrogradi ed integralisti.

Un altro campanello ci suona quando leggiamo che il problema maggiore sta nel fatto che le schede riportino passi biblici, peraltro seguendo traduzioni precise ed accreditate.

Ma davvero Monsignor Nosiglia crede che il messaggio espresso nel testo biblico sia così debole da non poter sostenere la lettura e le semplici domande che possono porre un insegnante, un genitore, un ragazzo o una ragazza che vivono del mondo di oggi? Esistono testi la cui interpretazione debba essere monopolio di un clero?

Oppure, come crediamo, a scuola in Italia si possono leggere la Bibbia, il Corano e altri testi sacri con i propri insegnanti, senza il controllo di una autorità religiosa?

Le sentinelle in piedi di tutti gli schieramenti, da Giampiero Leo del NCD al presidente del Consiglio Comunale di Torino Giovanni Maria Ferraris dei Moderati, così pronte a vigilare sulla libertà di espressione, sapranno vigilare anche sulla libertà di insegnamento e sulla libertà di lettura dei testi religiosi?

La dittatura del gender, di cui tanto parlano, non esiste, ahinoi! Esiste la cultura della diversità, l’educazione al pensiero critico e il rispetto per la laicità delle istituzioni.